Vin dei Molini – Pojer e Sandri

Oggi andiamo a Faedo, in provincia di Trento, a conoscere un’azienda che non ha certo bisogno di lunghe presentazioni: POJER e SANDRI.

Realtà nata poco più di 40 anni fa, nel 1975, dalla volontà di 2 giovani di produrre vino di gran pregio: Fiorentino Sandri, proprietario di due ettari di vigneto, e Mario Pojer, enologo appena diplomato alla prestigiosa scuola di enologia di San Michele all’Adige, posano la prima pietra della cantina che conta oggi 33 ettari di vigneti che crescono in 6 comuni differenti. Insieme alla cantina, nacque anche una distilleria: furono i precursori della grappa di monovitigno.

Il primo vino prodotto fu il Müller Turgau, al quale seguirono lo Chardonnay e l’autoctona Nosiola: un’attenzione particolare è stata sempre rivolta verso la ricerca e l’innovazione e ad oggi si contano 16 etichette di vini e 24 tra grappe ed acqueviti.

L’uva vinificata viene prodotta per la maggior parte nei vigneti di proprietà e per una piccola parte in vigneti in affitto da anni.

Ecco cosa fanno, ancora oggi, questi due giovani per ottenere risultati eccezionali: rispettano la natura, il territorio, le stagioni, la vecchia regola contadina.

Noi abbiamo assaggiato il VIN DEI MOLINI della vendemmia 2016.

Questo IGT Vigneti delle Dolomiti è prodotto da uve ROTBERGER in purezza, un incrocio ottenuto nel 1939 a Geisenheim sul Reno, fra la Schiava ed il Riesling Renano.

Dopo una fase di pigiatura avviene una macerazione a freddo per 36/48 ore alla quale segue una pressatura. Il mosto fermenta ad una temperatura di 20°C, sosta per 2/3 mesi sui lieviti e subisce infine una stabilizzazione tartarica (0°C). L’imbottigliamento avviene alla fine di aprile.

Nel bicchiere è di un bel corallo rosa.

Un’intensità olfattiva molto delicata: sentori naturali, una leggera fragola, lampone, le fragoline, una prugna zuccherina molto fresca, un lieve sambuco. Una complessità intrigante che crea aspettativa di un sorso fresco e che non scalderà il palato.

Aspettative rispettate: una buona acidità, la freschezza della nota erbacea e delle fragoline acerbe. Sapido e persistente, armonico in tutta la sua lunghezza. La bocca, che rimane asciutta, comprende l’eccezionalità di questa bottiglia.

Probabilmente il miglior rosato assaggiato fino ad oggi: possiamo dire che la volontà iniziale è stata pienamente raggiunta.

Le infinite informazioni su questa cantina le potete trovare qui: http://www.pojeresandri.it/

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