Autoctono si nasce 2019: inizia così l’anno meneghino di GoWine

Iniziamo il 2019 con un appuntamento ormai consolidato dell’associazione Go Wine: Autoctono si nasce. Giunto alla sua undicesima edizione, promuove la straordinaria ricchezza e varietà del patrimonio viticolo italiano. Come sempre importante presenza di produttori e grande affluenza di pubblico: potremmo definirlo un inizio col botto!

Non a caso i nostri assaggi che andremo a raccontare iniziano con 2 “tappi volanti”.

Il primo, LÜSAREIN, nasce da uve Timorasso in purezza; uno charmat lungo dell’azienda EZIO POGGIO molto chiaro e verdolino. Una spuma molto fine lascia uscire note di agrumi, limone e chinotto, e minerali calcaree. Il sorso è piacevolissimo e molto fresco: una buona spalla acida e la sapidità presente anticipano un finale amarognolo. Il ri-assaggio è stato doveroso.

Il secondo, PEDRINI METODO CLASSICO, nasce da uve Cortese 100%. Un GAVI che permane 33 mesi sui lieviti prima della sboccatura. Il tiraggio avviene utilizzando lieviti selezionati da L’Insitute Oenologique de Champagne. Una bottiglia importante. Molto chiaro con una bollicina fine e decisamente persistente. I profumi del metodo classico, come la crosta del pane, non mancano e si abbinano perfettamente a quelli dei frutti estivi a polpa bianca. Delicata la nota floreale. Al palato è ben strutturato: buona effervescenza, ritorno dei profumi e piacevole morbidezza. Lungo. Bravi alla cantina MAGDA PEDRINI (anche il prezzo è molto buono – soprattutto se lo paragoniamo ad altri metodo classico).

Cambiamo colore e passiamo al rosato. ILLARIO, 100% Sangiovese della FATTORIA DI MAGLIANO. Di un rosa molto leggero e con profumi molto intensi: lampone, ciliegia, caramelle alla violetta. In bocca è un vino fresco, piacevolissimo, con una punta sapida ed una facilità di beva “pericolosa”: finire la bottiglia sarà davvero facile.

Saliamo ancora di tonalità ed arriviamo ai rossi.

Da uve Nebbiolo Chiavennasca nasce SASSIFRAGA: questo vino, pensato volutamente da bere giovane, prende il nome da una pianta che cresce tra le rocce dei terrazzamenti valtellinesi che fiorisce intorno alla metà di giugno. Maturazione ed affinamento solo in acciaio. Rosso rubino che profuma di frutti rossi. In bocca i frutti legano bene con un tannino molto leggero dato dai vinaccioli. Un Nebbiolo diverso, questo dell’Azienda Agricola LE STRIE, che saprà essere compagno di momenti goderecci.

Chiudiamo con SAN SEBASTIANO, una Barbera d’Asti superiore di POGGIO RIDENTE. Azienda di Cocconato, paesino in provincia di Asti nel quale organizzano un sacco di iniziative (scaricate qui il programma http://www.comune.cocconato.at.it/Home/DettaglioNews?IDNews=64614), coltiva le viti in modo biologico. Fermentazione malolattica alla quale segue un affinamento di 12 mesi in barrique. Un bel rubino intenso con riflessi granato. Naso ricco di ciliegia matura, spezie, vaniglia, finale quasi mentolato. In bocca è pieno, scalda. Ritroviamo tutto. Finale lungo ed intenso. 14,5% vol ben integrati. Una bottiglia davvero buona.

La nostra serata si è conclusa con un VERMUT di TENUTA TAMBURNIN del quale abbiamo già scritto: leggete il breve post precedente.

Non ci resta altro che fare i complimenti all’associazione Go Wine che come sempre fa le cose bene ed aspettare il 21 febbraio: BAROLO, BARBARESCO e ROERO ci aspettano!

Continuate a seguirci. Alla prossima!

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