I volti del Verdicchio di Marika Socci

 

Qualche giorno fa siamo stati a visitare l’azienda Socci, piccola realtà marchigiana nata a Castelplanio nel 1973 tra le belle colline sulle quali crescono le viti di Verdicchio. Tre ettari di proprietà con piante che raggiungono i 40 anni e che affondano le proprie radici sulla collina di Monte Deserto, dove il terreno è ricco di calcare, ad un altitudine di 350 metri sul livello del mare: la collina assicura luce e calore alle vite, una buona escursione termica giorno/notte, e la brezza marina, che giunge asciutta e leggera, contribuisce a limitare l’umidità evitando la formazione di muffe. In pratica una condizione perfetta.

Siamo andati a trovare Marika, vignaiola moderna, schietta, innovatrice e ben salda alle proprie origini: sempre sorridente, innamorata, appassionata e fiera del proprio lavoro, che ci ha raccontato la storia dell’azienda, cosa comporta fare vino, il bello e le difficoltà, le soddisfazioni e gli imprevisti (compresi i cinghiali e i tordi che si mangiano l’uva..). Una vita invidiabile che deve però fare i conti con la natura.

La famiglia prima di tutto, un legame saldo che si nota sempre, nelle parole, negli sguardi con papà Pierluigi e nei vini.

Papà Pierluigi (Peter Luis) è il punto fermo, è il pilastro, è la quella mano che sa essere piuma e sa essere ferro, che aiuta a rialzarsi quando si cade e che raddrizza, sotto un sole cocente, un paletto di cemento abbattuto per sbaglio il giorno prima. Una complicità, uno scambio di attenzioni e una fiducia viste poche volte.

Dopo il giro nella vigna, circondati dal verde-oro delle colline, ci siamo accomodati sotto un pergolato, al fresco (c’è anche un’amaca che fa subito pensare ad un riposino) e abbiamo lasciato la parola al Verdicchio.

Eh sì, il Verdicchio è capace di raccontarsi, e, quando gli lasci la parola, come un bravo attore, interpreta tutti i suoi stati d’animo, le sue emozioni, la sua cruda virilità sprezzante e la sua dolce femminilità nascosta.

5 le versioni assaggiate, ognuna delle quali è risultato di studio, di prove, di sperimentazioni e utilizzo di tecniche moderne ma sempre legate alla conoscenza di questo straordinario vitigno.

Come quasi sempre accade, vivere l’assaggio dove il prodotto nasce ha un’emozione unica: il territorio che ti circonda, il silenzio rotto solo dai grilli, la narrazione che ti accompagna, rendono l’esperienza unica, ti stringe a se e resta a lungo nella memoria.

Per raccontare i vini abbiamo volutamente scelto pochissime parole che però riescono, secondo noi, a rendere al meglio quanto c’è nella bottiglia.

MARTINA: equilibrio e gentilezza

DESERTO: identità del territorio

MARIKA: chiarezza di sapori e colori

BIANCA: carattere compiuto

PETER LUIS: identità del territorio in versione bollicine

 

In chiusura ci hanno regalato l’assaggio di un nature, sui lieviti da 12 mesi, con sboccatura al momento: una bollicina ad oggi ancora tormentata ma che saprà sicuramente stupire i futuri amanti del Verdicchio.

Siamo sempre spinti dal piacere, dalla passione e dalla curiosità nello scoprire il buono che la terra sa darci anche grazie all’aiuto dell’uomo: questa visita è stato l’esempio di tutto ciò.

Ringraziamo Marika e Pierluigi per il tempo che hanno voluto dedicarci e consigliamo a tutti di andare a trovarli.

Se volete maggiori informazioni sull’azienda Socci le potete trovare qui: Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC, VINO Marche – Verdicchio.it – Azienda Vitivinicola SOCCI, Castelplanio (Ancona).

In passato abbiamo già assaggiato i vini di Marika, qui ne trovate qualcuno:

OUSIA, il Verdicchio di Marika Socci | per un bicchiere

Il Deserto di Socci | per un bicchiere

Al prossimo racconto.

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